C’è
arsenico nell’acqua di Caulonia e Roccella Jonica, paesi incastonati nella provincia
di Reggio Calabria, che si affacciano sullo Ionio. Perché se il
limite previsto dalla norma è di 10 microgrammi di arsenico al litro d’acqua,
dal 3 aprile i valori rilevati in quelle aree dal controllo annuale dell’ASP, oscillano
tra i 43 iniziali e i 36 attuali microgrammi al litro. Per alcuni cittadini è panico,
soprattutto a Caulonia, dove in alcune aree non sembra vi sia una mappatura
dettagliata delle fonti che distribuiscono le acque, di abitazione in
abitazione. La bolletta, però, arriva. Ed è salata. E a Caulonia il problema è
più sentito nel centro storico, dove a oggi l’acqua è fornita dalla protezione
civile. Il serbatoio che eroga l’acqua in quell’area, gestito dalla Sorical
s.p.a., società a capitale misto che
si occupa dell’approvvigionamento e la
fornitura all’ingrosso dell’acqua ad uso potabile in Calabria, è
anch’esso contaminato. “Il problema ha origine dalla sorgente Finocchio, una
fonte che nasce a 800 metri sul livello del mare, gestita dalla Jonica
Multiservizi s.p.a. del Comune di Roccella” afferma Vincenzo Bombardieri,
assessore all’Ambiente del Comune di Roccella Jonica. “Si tratta di un affluente
della fiumara Amusa, che ha poi contaminato anche i serbatoi della Sorical, che
stanno a valle, e portano l’acqua a Caulonia”. La Jonica Multiservizi s.p.a.
che gestisce la fonte contaminata che scorre nel territorio di Caulonia, ha
inviato 4 campioni all’università di Messina, per cercare l’origine del
problema. Giacobbe Fragomeni, amministratore delegato della Jonica Multiservizi
ci mette al corrente in via informale che il laboratorio ipotizza la presenza della
“mano dell’uomo”. Un interramento di oggetti contenenti arsenico, dunque. Ma le
analisi sono ancora in corso. E attualmente la Forestale sta effettuando i
dovuti monitoraggi nel territorio antistante la sorgente. Ad essere interessate
sarebbero 200 utenze e per bonificare l’area ci vorrà almeno un anno. Un fatto
grave, perché dalla fonte scorre acqua oligominerale. Lo stesso Fragomeni
sognava vi sorgesse “la casa dell’acqua”. A oggi il Comune di Roccella ha
risolto temporaneamente il problema per gran parte della popolazione,
sostituendo l’erogazione dalla fonte contaminata . Resta un 4% degli abitanti
la periferia, che non ricevono ancora un servizio alternativo, e non possono
usare l’acqua che scorre dai loro rubinetti per fini alimentari, come previsto
dall’ordinanza comunale. A Caulonia il problema è più sentito per una fetta
consistente della popolazione. E girano voci tra la popolazione di strani
aumenti di neoplasie femminili e pediatriche, proprio negli ultimi anni. Soprattutto
a Roccella Jonica. Ma sono voci di cittadini che vogliono restare anonimi. Il
dottor Vincenzo Frajia, cittadino di Caulonia, da anni impegnato nel sociale, afferma
che ci sono stati molti convegni di sensibilizzazione sulle neoplasie,
soprattutto nel territorio di Roccella. Proprio perché un aumento c’è stato. Ma
non si può ipotizzare, senza dati alla mano, che l’aumento di neoplasie sia
dovuto alla contaminazione delle acque. E la sua affermazione stride con quella
dell’assessore all’Ambiente del Comune di Roccella Jonica: “Non è assolutamente
vero vi sia un aumento di neoplasie. Abbiamo i dati che provano che, in realtà,
è più basso della media nazionale. Queste voci nascono da un meccanismo che
scatta perché ci si impressiona facilmente. E’ molto probabile che la presenza
di arsenico derivi dalla roccia, presente nella falda”. Il dottor Frajia, che
vive a Caulonia, si interroga su un’altra questione: “Nel Comune di Caulonia
non mi risulta vi sia una figura specifica che vigila o effettua analisi
periodiche sui metalli pesanti nelle acque”. Ma dal sindaco uscente di Caulonia
arrivano delle rassicurazioni: “Abbiamo fatto vari prelievi oltre a quelli
dell’Arpacal e della Sorical. Le sorgenti di Caulonia non sono contaminate. Il
problema si è presentato nel pozzo di Caulonia Marina, gestito dall’amministrazione,
che arriva dalla fonte Finocchio, di Roccella. A mio parere la contaminazione
delle acque dipende dal fatto che ci siano state delle piogge che sono
penetrate nella roccia, vicine a un sito dove sorgeva una vecchia miniera di
rame e ferro. Non essendoci attività entropica nella vallata, è l’unica
spiegazione possibile. Abbiamo chiesto alla Sorical di intervenire per la
potabilizzazione, e entro giovedì avremo una risposta”. Intanto i cittadini chiedono chiarezza. “Siamo
in una situazione di estremo disagio” afferma il dottor Frajia “anche se non sono allarmato perché se
c’è stato un avvelenamento è di origini antiche. Ora auspico che si faccia
fronte all’emergenza e che questo stato di confusione cessi al più presto. Il
paradosso è che le bollette sono di circa a 2 euro e 79 a metro cubo, mentre
potremmo gestire le nostre fonti diversamente”.
Giulia Zanfino © Redattore Sociale