di Giulia Zanfino
Un salto nel vuoto, a soli 28 anni, per dire “basta” alla precarietà.
Un gesto di ribellione estrema, che ha risvegliato le coscienze dei
cosentini, portandoli a scendere in piazza sotto un unico slogan.
“Precariato Mob_basta!”. Così sabato, alle 17:30 il movimento spontaneo
“Oltre il Labirinto” si riverserà in piazza XI settembre dove si terrà
un flash mob. Quando Lucia, 28 anni, brillante ingegnere di Cosenza,
laureata con il massimo dei voti, si è tolta la vita saltando nel vuoto,
annichilita dalla precarietà, non poteva immaginare che il suo gesto
avrebbe trafitto un’intera città. La sua città. Perché la Cosenza di
Bernardino Telesio, dopo questo gesto, non sarà più la stessa. Lucia ha
lasciato una traccia indelebile. E il movimento è nato in rete
attraverso i social network che hanno condiviso la lettera della madre,
infrangendo i tabù di una città sofisticata.
Dotta. Che fino a oggi ha
dato solo timidi segnali di protesta. Domani genitori, accanto ai figli,
disoccupati, precari, impiegati con contratto a tempo indeterminato.
Anziani. Studenti. Realtà diverse di Cosenza, come il C.P.O.A. Rialzo,
Radio Ponte, Federcasalinghe, il Teatro Acquario, Radio Ciroma e tante
altre, scenderanno per strada per la prima volta, in un unico slancio.
Appropriandosi di piazza XI settembre. In un’epoca buia dove, talvolta,
il suicidio non è una resa, ma l’ultimo strumento di protesta contro il
genocidio dei diritti di un’intera generazione. La performance, che si
svolgerà in pieno centro, si dividerà in tre parti, è stata ideata da
Paola Daniele, giovane artista di teatro-danza e affronterà il grande
tema della precarietà. E le modalità della performance saranno rivelate
solo 24 ore prima dell’evento. “Non ce ne staremo buoni mentre ci stanno
rubando il presente. Il futuro? Quello lo lasciamo alla generazione
precedente, che a modo suo poteva pure permettersi di sognare. Noi no,
invece”. Queste tra le parole che scorrono sul manifesto del movimento. E
nel gruppo ad essere particolarmente attive sono le donne. Rosamaria
Aquino e Carla Monteforte sono due giornaliste. Cofondatrici del
movimento, queste giovani donne parlano di “precariato esistenziale” e
sono estremamente determinate a fare in modo che questo movimento
presenti una serie di proposte concrete alle istituzioni. “Proporremo al
Governo una richiesta per ottenere più finanziamenti per il sud Italia e
una legge regionale per il miglioramento delle politiche del lavoro
giovanile” afferma Rosamaria Aquino. “ In privato si sviluppano
discussioni sul precariato vero, quello vissuto, negli organi di
informazione, negli studi legali, a scuola, nelle professioni. Non è un
fenomeno solo giovanile, non è un fenomeno solo di una certa classe o un
certo segmento sociale” continua la giornalista sulla pagina facebook
del gruppo. “Vi invito dunque a non avere paura, a non vergognarvi, a
superare il timore di riportare le vostre testimonianze anche qui, su
questo muro. Per aiutarci, sostenerci, lottare, per espanderci a macchia
come ci siamo promessi, abbiamo bisogno innanzitutto di conoscere
dinamiche e processi. Parliamo qui di come ci hanno fatti diventare e
insieme troviamo una soluzione”. “Il gruppo si chiama “fuori dal
labirinto” perché nel mondo della precarietà si tentano tante strade che
si rivelano un labirinto” afferma Carla Monteforte “Io sono una
giornalista e credo che nella nostra professione siamo arrivati al
“fordismo intellettuale”, nel grande discount del lavoro precario. In
questo gruppo ci si confronta su questi temi e siamo riusciti ad
aggregare gente diversa per background e motivazioni. Questa è la cosa
più straordinaria”. Un gruppo di persone eterogeneo, quindi, che si
muove in un’unica direzione. Riprendersi il presente. Partendo dal gesto
di ribellione di Lucia. Una giovane donna che lascia una figlia. E una
traccia indelebile nella sua città.
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