La parabola
destrorsa di San Giuseppe Amelio da Sellia Marina è arrivata alla fine. L’uomo
del fare. L’uomo della provvidenza eletto in nome “del bene comune” per ben due
volte, sta per riconsegnare le chiavi. Privo dei sui angeli
custodi, uno uscito tragicamente di scena l’altro non più il cavaliere di un
tempo, si è trovato da solo, a guidare a fari spenti nella notte. Una notte
buia durata 9 anni in cui neanche quegl’idioti suicidi del Pd con cui ha fatto
bisboccia e che sedevano sui sedili posteriori sono riusciti a frenarlo nella
folle corsa. E lui è andato a sbattere.
La prognosi è riservata.
Lui si lamenta, gli altri miracolosamente illesi o quasi
hanno perso momentaneamente l’uso della parola per lo spavento.
I suoi fedelissimi stretti al capezzale nel ricostruire l’incidente
danno la colpa a un gatto nero che ha attraversato la strada all’improvviso. Non
trovano altre spiegazioni alla “brusca” sbandata.
L’auto è distrutta.
Ad una prima ipotesi si potrebbe dare la colpa al mal
funzionamento dei freni.
Si aspettano le perizie dei vigili, dei carabinieri e
della finanza, e il verdetto finale del commissario che con la sua sfera di
cristallo si spera ci dirà di chi è la colpa.
Chi l’ha vista da vicino dice che ad una prima occhiata ci
vorrà molto per pagare i danni; almeno 10 anni di rate salatissime. Alcuni
dicono che sarebbe meglio bruciarla fregare l’assicurazione e prenderne una
nuova sempre in leasing allo stesso prezzo, e magari darla in mano ad un
guidatore sobrio questa volta per altri 9 anni magari; fino alla prossima sbandata. Altri si chiedono chi pagherà. Intanto gli
assessori e i consiglieri incerti sul l'arrivo del prossimo accredito di stipendio
brancolano nel buio, lo stesso buio dal quale sono stati pescati per fare gli
assessori.
Solo una cosa è certa dopo la spaventosa nottata di ieri:
l’incidente è avvenuto e bisogna trovare le cause.
E per trovare le cause agli occhi di chi scrive
bisognerebbe leggere con attenzione le voci di spesa, trovare i colpevoli e far
pagare loro per quanto hanno fatto. Capire chi ha rubato, chi ha fatto passi
falsi, chi è stato favorito da questi e dove sono finiti i soldi e dove
continuano a finire bocciando con netta fermezza una politica economica
retrograda vecchia stupida miope e deleteria
che ha portato il paese a questo punto apparentemente di non ritorno.
Una politica privatistica, “tatcheriana”, fascista e vergognosa voluta dalla
maggioranza dei cittadini selliesi e messa in pratica dall’amministrazione
Amelio. Una politica che ha fatto la ricchezze di alcuni privatizzando i
servizi essenziali scaricando tutto il peso sul groppone dei contribuenti,
favorendo non “il bene comune” ma i “parentati”
e gli affari personali, grazie anche al voto di scambio oltre che al
disinteresse della massa.
Ora dopo aver letto queste mie parole alcuni faranno
finta di niente puntando con fermezza il dito su quel maledetto gatto nero che
ha fatto sbandare il buon Peppe, cercando a tutti i costi di buttarla in
caciara, cercando il momento giusto per poter tornare ad essere vergini per l’ennesima volta.
Altri ancora più miopi punteranno il dito solo sul guidatore cercando conferma
per poterlo sostituire al più presto a casa dei muti o addirittura tra quelli
più distanti dal capezzale.
Io credo che puntare il dito contro qualcuno non serva a
molto, in cuor nostro tutti sappiamo di chi è la colpa anche se qualcuno ne ha
più di altri. La colpa ve lo dico, è di chi è stato in silenzio per paura di far
arrabbiare i re, e anche di chi ha bisbigliato ottenendo in cambio un tozzo di
pane vantandosi di aver ruggito come un leone. La colpa è tua che al mattino ti
guardi allo specchio. La colpa è tua perché non te ne frega niente. La colpa
non è di tutti. La colpa è della maggioranza, che tace e acconsente.
qui troverete il link del consiglio comunale di giovedì 18 aprile (ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario)
qui troverete il link del consiglio comunale di giovedì 18 aprile (ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario)
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