26 novembre 2012

(Questioni) Primarie!

La domenica delle Primarie del centrosinistra (finalmente si può scrivere senza trattino perché non c'è più distinzione) ho pubblicato su Facebook che non sarei andato a votare:
Non andrò a votare alle primarie perché non so se il Pd è favorevole o contrario: alle coppie difatto; alla ricerca sulle cellule staminali; al nucleare; alla possibilità per i gay di avere figli;all’eutanasia; alla brusca svolta verso le e nergie rinnovabili di cui abbiamo bisogno urgente; a investire il 10% del Pil in scuola, università e ricerca scientifica; a un serio progetto di riduzione dell’orario di lavoro ma lavorando tutti; al tetto ai superstipendi. Non so queste cose e neppure molte altre, che invece dovrei sapere. Almeno per farmi un’idea e poi, semmai, votare. Non andrò a votare alle primarie del centrosinistra perché non voglio stare al gioco del vecchio e del nuovo, e neppure a quello di chi sorride di più, di chi è più simpatico, di chi sta meglio in maniche di camicia.
Simona Tulelli, collaboratrice di questo blog, ha giustamente commentato "probabilmente su molti di questi temi avreste avuto le idee più chiare se aveste letto i programmi ben visibili sui vari siti [...] va bene, state a casa (cosa legittimissima) e fate scegliere gli altri , perché al governo cmq qualcuno ci andrà". La sua osservazione mi ha spinto a motivare la mia scelta.
Innanzitutto anche io mi sono posto il problema di esercitare il mio diritto di voto e la mia facoltà di scegliere il leader del mio schieramento politico, prima che altri lo facciano al mio posto. E sono andato a leggerla questa Carta d'Intenti del Centrosinistra.
Ma sulla cartà d'intenti delle Primarie c'è scritto che:

Le forze della coalizione, in un quadro di lealtà e civiltà dei rapporti, si dovranno impegnare a:
- vincolare la risoluzione di controversie relative a singoli atti o provvedimenti rilevanti a una votazione a maggioranza qualificata dei gruppi parlamentari convocati in seduta congiunta;
- assicurare la lealtà istituzionale agli impegni internazionali e ai trattati sottoscritti dal nostro Paese, fino alla verifica operativa e all’eventuale rinegoziazione degli stessi in accordo con gli altri governi;
Questo ha due conseguenze fondamentali:
  1. "assicurare la lealtà istituzionale agli impegni internazionali" significa proseguire lungo la linea dal fiscal compact (riduzione del deficit allo 0,5% del PIL e una riduzione del debito pubblico al 60% del PIL in 20 anni) che nell'agenda Monti è stato tradotto in macelleria sociale: innalzamento dell'età pensionabile a 68 anni (controriforma Fornero), cancellazione dell'art 18 (licenziamento senza giusta causa) e del Contratto Collettivo Nazionale (modello Pomigliano), tagli alla sanità, ai servizi sociali (vedi il caso dei malati SLA), privatizzazione dei servizi pubblici locali (in barba ai risultati elettorali);
  2. "risoluzione di controversie relative a singoli atti o provvedimenti rilevanti a una votazione a maggioranza" significa che l'eventuale premier del centrosinistra dovrà attenersi alle scelte dei gruppi parlamentari più forti (presumibilmente non di sinistra); 
E inoltre sulla carta c'è scritto che PD-SEL-I Socialisti si impegnano a "cercare un terreno di collaborazione con le forze del centro liberale. Per questo i democratici e i progressisti s’impegnano a promuovere un accordo di legislatura con queste forze" (leggi UDC).

Tre elementi che mi suggeriscono che il PD non si è posto il problema della crisi: il rigore nei conti ha come risultato precarietà, disoccupazione, riduzione dei servizi(-diritti); e il rigore è stato inserito in un accordo internazionale che né Monti, né Bersani, né Casini intendono rinegoziare. Lungo questa via la Grecia è un'ipotesi futuribile per l'Italia.
Che al PD non interessa porre in essere un'altra agenda politica che contempli diritti-ambiente-crescita-sviluppo. E questo lo desumo sia dalla finta crociata rinnovamentista di Renzi, che indica Marchionne come modello di riferimento produttivo - quel Marchionne che intende fare profitti non investendo in ricerca ma tagliando il costo del lavoro. Sia dallo spasmodico tentativo di Bersani di allargare la coalizione all'UDC, il partito dei Caltagirone e Marcegaglia (lobby del cemento), dei Lombardo e Cuffaro (indagati per favoreggiamento mafioso), degli aiuti al Vaticano. La nuova porcata di legge elettorale spinge ancora di più ad un'intesa coi centristi.
Avrei votato Vendola per affinità di contenuti, ma se le scelte si prenderanno a maggioranza come può incidere sui risultati finali in alleanza con Bersani o peggio con l'UDC? Come può spendere in deficit se è vincolato al fiscal compact?


Peggio ancora oggi alla luce dei risultati.
Bersani raggiunge il 55% in Basilicata, Calabria, Campania, Sicilia e Sardegna, dove i potenti locali non hanno mancato di schierarsi (a Salerno il Sindaco De Luca, che voleva rottamare il bassolinismo, sponsorizzava il Segretario, un salernitano su 20 ha votato alle primarie e Bersani ha toccato il 63%).
Vendola non supera il 15% e ora dovrà convogliare i voti su Bersani per evitare che vinca Renzi, non per affinità ideologiche. Un errore strategico non aver voluto rappresentare istanze di sinistra emerse al NoMonti Day e alle manifestazioni di questi giorni. Mentre all'interno di SEL cominciano i mal di pancia per l'esiguità del risultato e si cerca di portare Nichi a posizioni più radicali, vicino all'appello dei movimenti per un'agenda anticapitalista.
Inoltre, giusto per dovere di cronaca, alle Primarie del 2005 (quelle di Prodi) parteciparono 4.311.000 persone mentre ieri solo 3.000.000!
Infine il Presidente Napolitano è seriamente impegnato a promuovere un Monti-bis, come se le prossime elezioni politiche fossero ininfluenti.


Lasciando perdere tali implicazioni di programma questo centrosinistra non offre alternative concrete. Le (Questioni) Primarie sono la patrimoniale sulle rendite superiori a 500.000 €, l'abolizione delle controriforme Fornero attraverso i referendum e l'istituzione del Reddito Minimo Garantito, la ripubblicizzazione dei servizi pubblici come l'acqua, la rinuncia al nucleare e alle spese belliche, l'investimento in Ricerca e Istruzione, la tutela dei diritti civili e sociali. Chi lo scrive chiaramente sul suo programma avrà il mio voto.
Cambiare si #può!

Ma non votate Renzi!

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