24 novembre 2012

Il PD e le sue comMozioni cerebrali


L’ho fatto e non lo rifarò mai più.
Partecipare ad un dibattito pubblico promosso dal Pd e dalla coalizione di CENTRO sinistra, che di dibattito ha solo il nome è stata una cosa che definire triste e falsa è troppo poco. Sembrava una riunione della famiglia Tavella. O almeno così ho risposto ironicamente a chi mi ha chiesto cosa si tenesse in comune.
Tante le cose dette. Tante, e tutte orrendamente errate. Come confermato da alcuni che preferiscono non dirsi militanti ma che vivono il partito perchè "ci si sono trovati".
Elencherò qui per la gioia di qualcuno quali sono state le cose che hanno provocato imbarazzo e ilarità in chi ascoltava senza sonnecchiare.
Sembrava di essere ad una comunione. I genitori tutti nelle prime file ascoltavano fieri le “puttanate” lette dai figli svezzati da poco alla “politica” che parlavano per bocca di bersani, e “matteo” senza sapere quello che dicevano; leggendo mozioni preconfezionate da esponenti di partito per i quali chiedevano il voto.
 Sciocchi. 
Vomitando parole dette a caso, in un politichese incomprensibile e senz’anima; ma sotto gli anta, specie se non sei granchè e non hai una gran cultura anche solo storica “forse” ci sta. Quello che non ci sta però è la definizione che il coordinatore del Pd provinciale dà al lavoro e al partito che rappresenta, denunciando una confusione presente nelle nuove generazioni e nel paese che andrebbe debellata. Il bontempone dall’eloquio niente male comincia il suo intervento promuovendo le linee del partito, incantando chi ancora non è riuscito ad addormentarsi, parlando di redistribuzione del “reddito” e non della ricchezza e ponendo al primo posto il lavoro che definisce come un autentico mezzo per ottenere la libertà e l’emancipazione, che ricorda tanto la scritta nazista “arbeit macht frei” (il lavoro rende liberi) che si trova all’entrata del campo di concentramento di Auschwitz; forse confondendolo in una citazione errata con la “partecipazione”  di una famosa canzone del signor G.. Ne libera tante il coordinatore, tirando in ballo tristemente la buonanima del compagno Berlinguer, come quando definisce il Pd un partito progressista e moderato, né carne né pesce insomma, alla faccia della confusione, o quando si dice dalla parte della “giustizia” scordandosi di affiancarle la parola “sociale” elogiando l’importanza di essere “cattolici di sinistra”, in barba alla laicità dello Stato che dovrebbe essere un faro costituzionale. Queste purtroppo, cari lettori sono solo alcune delle gaffe più o meno volute fatte dagli esponenti di un sedicente partito che hanno come obiettivo solo quello di fare una carriera politica mediocre e individualista.  
Il meglio comunque è venuto fuori solo alla fine, quando prendendo la parola un uomo dalla chioma bianca che era in prima fila ha esordito dicendo: prendo la parola per ricordare la nobiltà della democrazia cristiana… . Poco dopo tra le risa e l’abbandono di alcuni della seduta nei saluti finali di un esponente craxiano di giovane età  con tanto di spilla socialista che non avendo nessun candidato da appoggiare era li solo per fare numero, un uomo non ce l’ha fatta a resistere e si è accasciato a terra, svenendo.
Vorremmo pensare sia stato solo il suo diabete a farlo sentire così male ma non ne siamo del tutto sicuri...

2 commenti:

claudio ha detto...

era meglio quando si rubava per il partito almeno ci si tesserava al partito per convinzione e non per fare carriera come si fa oggi e il risultato sono questi oratori

Giovanni Parrotta ha detto...

cla non era meglio prima come non è meglio ora... facevano schifo prima e lo fanno anche ora..
non giustifichiamo che è ingiustificabile

Visualizzazioni totali