Manca soltanto la firma del direttore dell'Agenzia delle
Entrate sul provvedimento. Poi saluteremo definitivamente la nostra privacy
bancaria. In nome della lotta all'evasione, tutte le spese eseguite con la
carta di credito finiranno all'anagrafe tributaria. Lo Stato, così, avrà
accesso a tutti i dettagli della nostra vita privata, compresi quelli più
insignificanti. Dopo l'ok delle Entrate resterà un dubbio da sciogliere sulla
modalità di trasmissione dei conti scudati. Non si è deciso se chiedere una
trasmissione a saldo zero, oppure obbligare anche all'indicazione dei saldi. L'elenco
dei movimenti che andranno all'anagrafe tributaria è molto ampio. Non si tratta
soltanto dei movimenti della carta di credito. Nell'occhio del Fisco ci sarà
anche il conto corrente, il conto deposito titoli e obbligazioni, il conto di
deposito a risparmio libero o vincolati, la gestione patrimoniale, i buoni
fruttiferi postali, azioni, le cassette di sicurezza, i bancomat, i contratti
derivati, le garanzie, i crediti, i finanziamenti, i fondi pensione, le
partecipazioni, i prodotti assicurativi, l'acquisto di vendita di oro e metalli
preziosi ecc. ecc.
Un'infinita sequenza di dati a piena disposizione del Fisco
e dello Stato, lo stesso Stato che però non ha ancora mosso un dito in nome
della trasparenza dei bilanci della cosa pubblica, che non ha ancora mosso un
dito in nome della trasparenza dei bilanci dei partiti politici e di come gli
stessi partiti utilizzano i vari rimborsi di cui godono. Quello che una volta era il segreto bancario
viene smantellato, distrutto, soppresso in nome della lotta all'evasione
fiscale. Ora siamo ai dati di partenza: dopo la firma di Attilio Befera nascerà
l'anagrafe tributaria ideata con la legge 214 del 22 dicembre 2011, ideata dal
governo di Mario Monti e dai suoi tecnici. Tutti i dati verranno incrociati, e
anche con l'ausilio del redditometro l'obiettivo è far emergere tutte le
situazioni reddituali di incompatibilità rispetto ai dati finanziari forniti.
Un occhio di particolare riguardo sarà puntato su chi sta svolgendo un'attività
soggetta agli studi di settore e non risulteranno non in linea con quanto
stimato da Gerico. L'incognita sull'utilizzo dell'anagrafe fiscale è relativa
ai problemi che potrebbero realizzarsi in relazione ai periodi di imposta
2009-2010, anni in cui opera il nuovo redditometro ma senza l'ausilio delle
nuove comunicazioni periodiche dei dati di natura finanziaria.
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