(ANSA) - ROMA, 12 MAR -''Siamo prontissimi a
discutere la nostra proposta sulla revisione dei finanziamenti pubblici ma non
siamo dell'idea che la politica sia solo dei miliardari.
Avete letto bene. Il segretario Pd Pierluigi Bersani si dice aperto alla possibilità di una revisione dei “FINANZIAMENTI PUBBLICI”. In altri paesi la stessa frase, battuta dall’ansa, avrebbe suscitato scalpore con un conseguente scandalo inaccettabile, visto che questi nel lontano 1993 sono stati aboliti da un referendum abrogativo che ha ottenuto più del 90% dei consensi, rendendo chiara e netta una volta per tutte qual’era e quale sia a tutt’oggi la volontà popolare.
Avete letto bene. Il segretario Pd Pierluigi Bersani si dice aperto alla possibilità di una revisione dei “FINANZIAMENTI PUBBLICI”. In altri paesi la stessa frase, battuta dall’ansa, avrebbe suscitato scalpore con un conseguente scandalo inaccettabile, visto che questi nel lontano 1993 sono stati aboliti da un referendum abrogativo che ha ottenuto più del 90% dei consensi, rendendo chiara e netta una volta per tutte qual’era e quale sia a tutt’oggi la volontà popolare.
Ma la politica, si sa, non condivide la democrazia e quella
che fino ad oggi era una pratica –illecita- sostituita all’indomani del
referendum dall’escamotage suggerito dai cosiddetti “rimborsi elettorali” è
tornata sulla bocca di tutti come una qualsiasi forma regolare di
finanziamento.
Una sorta di sdoganamento del termine; come successo negli anni per i vari condoni, da quelli edilizi fino all’ultimo scudo fiscale. Ma torniamo a noi, il fatto stesso che si faccia confusione tra “rimborsi” e “finanziamenti” è alquanto singolare, tanto quanto la volontà di volerli realmente eliminare (o ridimensionare) come propongono in molti, visti gli innumerevoli sforzi fatti dei partiti nel riuscire a rendicontare vagamente l’impossibile sotto la voce “spese varie” di una qualsiasi campagna elettorale senza finire con le mani sacco.
Una sorta di sdoganamento del termine; come successo negli anni per i vari condoni, da quelli edilizi fino all’ultimo scudo fiscale. Ma torniamo a noi, il fatto stesso che si faccia confusione tra “rimborsi” e “finanziamenti” è alquanto singolare, tanto quanto la volontà di volerli realmente eliminare (o ridimensionare) come propongono in molti, visti gli innumerevoli sforzi fatti dei partiti nel riuscire a rendicontare vagamente l’impossibile sotto la voce “spese varie” di una qualsiasi campagna elettorale senza finire con le mani sacco.
Ora, i motivi che a nostro giudizio, spingono questi soggetti
a tenersi stretti i “rimborsi /finanziamenti” paventando un possibile controllo
delle “lobbies” che già finanziano (le ultime cronache ci parlano di appalti
truccati in cambio di mazzette) più o meno illecitamente le attività dei
maggiori partiti e in alcuni casi fanno direttamente parte dei direttivi sono riconducibili al fatto che le spese per cui
i partiti chiedono i rimborsi non sono del tutto regolari. In conclusione delle
due l’una, o le spese sono state gonfiate per alimentare un giro di fondi neri
o sono state fatte (tanto paga pantalone)per alimentare e arricchire un giro di
clientele ai danni dei contribuenti. Italiani. Popolo di santi, poeti e
navigatori.
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