18 giugno 2012

Mistero T4. 7 tonnellate di esplosivo che non lasciano traccia

di Giulia Zanfino

La rotta della Finland (dal sito del movimento "Agende Rosse")

22 settembre 2010. Porto di Gioia Tauro. La nave Finland, del gruppo armatoriale italo-svizzero  Msc, arriva dall’Iran e fa tappa alla banchina. E’ diretta in Siria. Passando dalla Calabria. Nel ventre, un carico di esplosivo militare. Il T4. Precisamente, sette tonnellate. L’esplosivo viene tempestivamente intercettato e sequestrato. Poi, se ne perdono le tracce. A quasi due anni da questi fatti 16 chili di esplosivo arrivano a Reggio Calabria. L’obiettivo sarebbe il magistrato Nicola Gratteri. L’icona della lotta alla ‘ndrangheta. Il magistrato che ha sorvolato l’oceano per approdare in Colombia, a caccia dei “cartelli”,
gli eserciti di narcotrafficanti di cocaina. L’uomo che conosce gli affari della ‘ndrangheta nella congiuntura globale. Dal traffico di coltan, in Congo, ai vicoli stretti di San Luca, governati dalle leggi non scritte della Santa. Tutti sanno. Il clima è teso. E ci si chiede da dove arrivi l’esplosivo. Rifacciamo un salto indietro. 

Torniamo a Gioia Tauro. Settembre 2010. Torniamo nel ventre della Finland. E al suo carico. Col T4 sono stati realizzati gli ordigni impiegati nelle stragi di mafia del 1992 e del 1993, da quella della strage di Capaci, a quella di via D’Amelio, in cui furono uccisi Giovanni Falcone,  Paolo Borsellino. E ancora gli attentati di Milano, Roma e Firenze e per le stragi alla stazione di Bologna e quella del Rapido 904. Un elenco lungo, che fa venire i brividi. Lo scrivono la Dott.ssa Anna Maria Barbos e il Dott. Francesco Bruno, che pubblicano la mappa del tragitto della Finland sul sito del Movimento Agende Rosse.


Iran, Calabria, Siria.Un giro schizofrenico, per celare la vera tappa dell’esplosivo. Conosciuto anche come ciclotrimetilene trinitramina o Rdx. Adoperato da quasi tutti gli eserciti del mondo, maggior componente del più noto C4. Gli investigatori nel 2010 ipotizzarono “di un traffico internazionale di esplosivo e non un rifornimento per la criminalità organizzata italiana.” Ma pare che da settembre 2010 a oggi dell’esplosivo sequestrato si siano perse le tracce.


 Il Movimento “Agende Rosse”, in particolare, vorrebbe approfondire. E lancia l’interrogativo. Chiedendo dove si trova l’esplosivo e quale sia la procura titolare dell’indagine. A oggi, però, non ha ancora ricevuto nessuna risposta. Solo silenzi, infranti dalla notizia dell’attentato programmato ai danni del giudice Gratteri. “Con quale stato emotivo possiamo stare tranquilli, se  abbiamo magistrati in primo piano contro la lotta alla mafia, con in mano indagini delicatissime, come quelle di Caltanissetta, dove si indaga sulla strage di Via D’Amelio o come quella di Palermo, dove si indaga sulla trattativa Stato-Mafia?” afferma il Movimento Agende Rosse. E continua: “Noi non abbiamo nessuna intenzione di stare a guardare, di stare in silenzio su questa vicenda.  Vogliamo  ricordare che Paolo Borsellino venne a sapere dell’arrivo del tritolo per lui dal Ministro della Difesa Salvo Andò e non dal Procuratore Pietro Giammanco che ricevette l’informativa dei Ros, in cui c’era scritto che era arrivato il tritolo per lui, per  il giudice Paolo Borsellino”. E continuano “Possiamo stare tranquilli come dicono gli investigatori che quel T4 non è un rifornimento per la criminalità organizzata?  Ma tanto tranquilli non saremo mai, perché ci chiediamo: dov’è stato portato e distrutto l’esplosivo sequestrato? (se mai è stato distrutto).  A chi erano indirizzate le sette tonnellate dell’esplosivo T4, ben nascosto dentro il carico di latte in polvere? Vogliamo capire oltre ai mandanti, chi sono gli esecutori dei quali si serviranno per attuare i loro piani, ma, soprattutto quale sarà il loro prossimo bersaglio? Vogliamo tenere alta l’attenzione su questa vicenda, finché non avremo risposte”.


E proprio in questi giorni, il giornalista Roberto Gallulo, sul suo blog, scrive: "perchè la piana di Gioia è un crocevia fondamentale per traffici e scambi di ogni tipo. In questo momento – ad esempio – sono in corso trattative per (ulteriori) investimenti milionari di Cosa nostra". E c’è da chiedersi da dove arriva l’esplosivo destinato al giudice Gratteri. Tra i blocchi di cemento armato e i container mangiati dalle salsedine, l’ombra della Finland resta. E resta l’ombra di una rotta poco chiara.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

wow

diego ha detto...

credo che il carattere di scrittura utilizzato renda l'articolo poco leggibile.

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