12 maggio 2012

Dopo il suicidio di una giovane laureata sabato Cosenza manifesta contro la precarietà


di Giulia Zanfino

Un salto nel vuoto, a soli 28 anni, per dire “basta” alla precarietà. Un gesto di ribellione estrema, che ha risvegliato le coscienze dei cosentini, portandoli a scendere in piazza sotto un unico slogan. “Precariato Mob_basta!”. Così sabato, alle 17:30 il movimento spontaneo “Oltre il Labirinto” si riverserà in piazza XI settembre dove si terrà un flash mob. Quando Lucia, 28 anni, brillante ingegnere di Cosenza, laureata con il massimo dei voti, si è tolta la vita saltando nel vuoto, annichilita dalla precarietà, non poteva immaginare che il suo gesto avrebbe trafitto un’intera città. La sua città. Perché la Cosenza di Bernardino Telesio, dopo questo gesto, non sarà più la stessa. Lucia ha lasciato una traccia indelebile. E il movimento è nato in rete attraverso i social network che hanno condiviso la lettera della madre, infrangendo i tabù di una città sofisticata.
Dotta. Che fino a oggi ha dato solo timidi segnali di protesta. Domani genitori, accanto ai figli, disoccupati, precari, impiegati con contratto a tempo indeterminato. Anziani. Studenti. Realtà diverse di Cosenza, come il C.P.O.A. Rialzo, Radio Ponte, Federcasalinghe, il Teatro Acquario, Radio Ciroma e tante altre, scenderanno per strada per la prima volta, in un unico slancio. Appropriandosi di piazza XI settembre. In un’epoca buia dove, talvolta, il suicidio non è una resa, ma l’ultimo strumento di protesta contro il genocidio dei diritti di un’intera generazione. La performance, che si svolgerà in pieno centro, si dividerà in tre parti, è stata ideata da Paola Daniele, giovane artista di teatro-danza e affronterà il grande tema della precarietà. E le modalità della performance saranno rivelate solo 24 ore prima dell’evento. “Non ce ne staremo buoni mentre ci stanno rubando il presente. Il futuro? Quello lo lasciamo alla generazione precedente, che a modo suo poteva pure permettersi di sognare. Noi no, invece”. Queste tra le parole che scorrono sul manifesto del movimento. E nel gruppo ad essere particolarmente attive sono le donne. Rosamaria Aquino e Carla Monteforte sono due giornaliste. Cofondatrici del movimento, queste giovani donne parlano di “precariato esistenziale” e sono estremamente determinate a fare in modo che questo movimento presenti una serie di proposte concrete alle istituzioni. “Proporremo al Governo una richiesta per ottenere più finanziamenti per il sud Italia e una legge regionale per il miglioramento delle politiche del lavoro giovanile” afferma Rosamaria Aquino. “ In privato si sviluppano discussioni sul precariato vero, quello vissuto, negli organi di informazione, negli studi legali, a scuola, nelle professioni. Non è un fenomeno solo giovanile, non è un fenomeno solo di una certa classe o un certo segmento sociale” continua la giornalista sulla pagina facebook del gruppo. “Vi invito dunque a non avere paura, a non vergognarvi, a superare il timore di riportare le vostre testimonianze anche qui, su questo muro. Per aiutarci, sostenerci, lottare, per espanderci a macchia come ci siamo promessi, abbiamo bisogno innanzitutto di conoscere dinamiche e processi. Parliamo qui di come ci hanno fatti diventare e insieme troviamo una soluzione”. “Il gruppo si chiama “fuori dal labirinto” perché nel mondo della precarietà si tentano tante strade che si rivelano un labirinto” afferma Carla Monteforte “Io sono una giornalista e credo che nella nostra professione siamo arrivati al “fordismo intellettuale”, nel grande discount del lavoro precario. In questo gruppo ci si confronta su questi temi e siamo riusciti ad aggregare gente diversa per background e motivazioni. Questa è la cosa più straordinaria”. Un gruppo di persone eterogeneo, quindi, che si muove in un’unica direzione. Riprendersi il presente. Partendo dal gesto di ribellione di Lucia. Una giovane donna che lascia una figlia. E una traccia indelebile nella sua città.

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