Energici.
Pieni di grinta. Con tanta voglia di fare. Anche un po’ chiassosi. Così
appaiono i ragazzi del laboratorio teatrale “Capusutta” – promosso dal regista
Marco Martinelli e dalla compagnia teatrale Punta Corsara di Napoli/Scampia - giunto alla
terza edizione. Quest’anno la sfida si fa più difficile. Senza l’affiancamento
dei Corsari, a causa del mancato rinnovo
del progetto da parte dell’Amministrazione Comunale, i ragazzi si
autogestiscono in tutto, dalle prove
all’organizzazione dello spettacolo, e non mancano nemmeno di autotassarsi per
far fronte alle spese. Capusutta per
loro non è stato un semplice laboratorio
teatrale. E’ stato molto di più. La possibilità di conoscersi e confrontarsi.
Di scoprire se stessi. Di dar spazio ad una passione. Di sorridere insieme e
perché no, anche di litigare. Di emozionarsi e di conseguenza riuscire ad emozionare.
Le prime due edizioni, entrambe tratte da due commedie di Aristofane, sono
state un successo straordinario, spettacoli sempre al completo e pubblico in
delirio. Sono arrivati persino al Valle
Occupato di Roma.
Ecco perché hanno deciso che anche quest’anno Capusutta si deve fare. Un’esperienza così forte non può perdersi. Deve proseguire senza farsi fermare dagli ostacoli che ogni volta incontrano sulla loro strada, anche se il percorso è davvero difficile. Soprattutto perché quest’anno non saranno presenti i bambini rom, che rappresentavano oltre la metà dei partecipanti, e come ci racconta Chiara, erano l’anima vitale dello spettacolo stesso con la loro simpatia ed ironia innata e senza di loro se ne va un po’ il senso di questo laboratorio che è stato una bellissima esperienza di incontro e solidarietà. Un’esperienza unica in una città come Lamezia, dove sono continui gli episodi di discriminazione razziale. A dimostrazione che dove si sa promuovere la cultura non esiste intolleranza. L’arte può tutto. Per questo Capusutta si farà. Nonostante le difficoltà, il periodo di crisi, la precarietà socio-economica. Questa terza edizione i ragazzi l’hanno voluta ancora più delle altre. Vogliono mandare un messaggio. Vogliono che Lamezia Terme sia soprattutto questo. Bellezza. Passione. Arte. Fatica. Solidarietà. In un momento storico in cui i giovani vengono tacciati di apatia ed indifferenza, loro sono l’esempio lampante che il cambiamento ai quali molti auspicano è già iniziato ed ha il volto di questi ragazzi. Ma non lasciatevi imbrogliare dalla simpatia delle loro battute, i messaggi che mandano sono forti ed arriveranno lontano. Travolgeranno anche quelli che li guardano con diffidenza o che mantengono il distacco.
Adesso non ci resta che aspettare l o spettacolo di quest’anno previsto per fine maggio e tratto da "tingeltangel” di Karl Valentin. Una cosa però è certa, la loro sfida l’hanno già vinta.
Ecco perché hanno deciso che anche quest’anno Capusutta si deve fare. Un’esperienza così forte non può perdersi. Deve proseguire senza farsi fermare dagli ostacoli che ogni volta incontrano sulla loro strada, anche se il percorso è davvero difficile. Soprattutto perché quest’anno non saranno presenti i bambini rom, che rappresentavano oltre la metà dei partecipanti, e come ci racconta Chiara, erano l’anima vitale dello spettacolo stesso con la loro simpatia ed ironia innata e senza di loro se ne va un po’ il senso di questo laboratorio che è stato una bellissima esperienza di incontro e solidarietà. Un’esperienza unica in una città come Lamezia, dove sono continui gli episodi di discriminazione razziale. A dimostrazione che dove si sa promuovere la cultura non esiste intolleranza. L’arte può tutto. Per questo Capusutta si farà. Nonostante le difficoltà, il periodo di crisi, la precarietà socio-economica. Questa terza edizione i ragazzi l’hanno voluta ancora più delle altre. Vogliono mandare un messaggio. Vogliono che Lamezia Terme sia soprattutto questo. Bellezza. Passione. Arte. Fatica. Solidarietà. In un momento storico in cui i giovani vengono tacciati di apatia ed indifferenza, loro sono l’esempio lampante che il cambiamento ai quali molti auspicano è già iniziato ed ha il volto di questi ragazzi. Ma non lasciatevi imbrogliare dalla simpatia delle loro battute, i messaggi che mandano sono forti ed arriveranno lontano. Travolgeranno anche quelli che li guardano con diffidenza o che mantengono il distacco.
Adesso non ci resta che aspettare l o spettacolo di quest’anno previsto per fine maggio e tratto da "tingeltangel” di Karl Valentin. Una cosa però è certa, la loro sfida l’hanno già vinta.
Foto dello
spettacolo "Uccelli", Capusutta 2013.
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