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E
antipolitica fu…
Le elezioni
regionali siciliane lasciano un segnale forte sulla situazione politica di
oggi. Un siciliano su due non si è recato alle urne, un dato importante che non
può lasciare indifferenti, dal tonfo del PDL che lo porta in un baratro che
difficilmente riuscirà ad alzarsi, dai grillini
che ridono, (infatti il Movimento 5 stelle, diventa il primo partito in
Sicilia) si passa al pianto degli altri. E che pianto. Dal partito futurista di
Fini, che sparisce letteralmente dal Parlamento siciliano, all'Idv di Di Pietro
ma soprattutto, in Sicilia, di Leoluca Orlando, fino al partito “radicale” di
Vendola.
Vince dunque
Rosario Crocetta (pd-udc-api) con il
30,5%; seguito da Nello Musumeci
(Pdl-Pid-la destra) con il 25,7%; Giancarlo
Cancelleri (M5S) al 18,2%; Gianfranco
Miccichè (Grande Sud-Fli-Mpa) 15,4. Una vittoria di Pirro quella del centro
sinistra, infatti Rosario Crocetta non ha la maggioranza (in termini di numeri)
in seno al consiglio regionale, una batosta nei confronti di una regione, alla
deriva e piena di debiti. Infatti la situazione economica è disastrosa, e
Crocetta rischia quasi sicuramente di “soccombere” dopo la guerra. Il nuovo
governatore insieme a tutta la giunta regionale dovrà rimettere a posto, entro
la primavera, i conti che, tra bulimia di personale, spesa sanitaria, e sprechi
atavici ammonterà, entro la fine del 2012, alla stratosferica cifra di sei miliardi di euro, milione più,
milione meno. Il motivo? Uno dei principali è legato al personale, quasi 17mila
dipendenti, oltre 1.800 dirigenti, uno ogni dieci abitanti, la spesa sanitaria
che assorbe il 48% della spesa globale. Una voragine. E poi i forestali, i
precari da stabilizzare che fanno crescere la spesa per il personale, le
consulenze. Insomma, il nuovo governatore guiderà un pachiderma mangia-soldi
che deve mettersi a dieta forzata. E visto che il Neo Governatore non avendo
una maggioranza, per governare dovrà stringere alleanze, accordi. E questo
inevitabilmente finirà col rallentare riforme e attività di governo. Rosario Crocetta
insomma, ha vinto ma ha perso due volte.
Una situazione
politica quella siciliana, arrivata allo stremo dell’inefficienza politica dei passati
governatori (Cuffaro e Lombardo) e delle loro giunte. Un popolo stanco dei
meccanismi di questa politica odierna che pensa solo alle alchimie di palazzo,
agli inciuci e alle strategie di potere. La gente vuole una nuova classe dirigente, la gente vuole si merita una “Terza
Repubblica”.
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