1 aprile 2014

Quando l'arte può tutto: Laboratorio Teatrale "Capusutta"


Energici. Pieni di grinta. Con tanta voglia di fare. Anche un po’ chiassosi. Così appaiono i ragazzi del laboratorio teatrale “Capusutta” – promosso dal regista Marco Martinelli e dalla compagnia teatrale  Punta Corsara di Napoli/Scampia - giunto alla terza edizione. Quest’anno la sfida si fa più difficile. Senza l’affiancamento dei Corsari,  a causa del mancato rinnovo del progetto da parte dell’Amministrazione Comunale, i ragazzi si autogestiscono in  tutto, dalle prove all’organizzazione dello spettacolo, e non mancano nemmeno di autotassarsi per far fronte alle spese. Capusutta per loro non è stato  un semplice laboratorio teatrale. E’  stato molto di più.  La possibilità di conoscersi e confrontarsi. Di scoprire se stessi. Di dar spazio ad una passione. Di sorridere insieme e perché no, anche di litigare. Di emozionarsi e di conseguenza riuscire ad emozionare. Le prime due edizioni, entrambe tratte da due commedie di Aristofane, sono state un successo straordinario, spettacoli sempre al completo e pubblico in delirio.  Sono arrivati persino al Valle Occupato di Roma.
Ecco perché hanno deciso che anche quest’anno Capusutta  si deve fare. Un’esperienza così forte non può perdersi. Deve proseguire senza farsi fermare dagli ostacoli che ogni volta incontrano sulla loro strada, anche se  il percorso è davvero difficile. Soprattutto perché quest’anno non saranno presenti i bambini rom, che rappresentavano oltre la metà dei partecipanti, e come ci racconta Chiara, erano l’anima vitale dello spettacolo stesso con la loro simpatia ed ironia innata e  senza di loro se ne va un po’ il senso di questo laboratorio che è stato una bellissima esperienza di incontro e solidarietà. Un’esperienza unica in una città come Lamezia, dove sono continui gli episodi di discriminazione razziale. A dimostrazione che dove si sa promuovere la cultura non esiste intolleranza.  L’arte può tutto. Per questo Capusutta si farà. Nonostante le difficoltà, il periodo di crisi, la precarietà socio-economica. Questa terza edizione i ragazzi l’hanno voluta ancora più delle altre. Vogliono mandare un messaggio. Vogliono che Lamezia Terme sia soprattutto questo. Bellezza. Passione. Arte. Fatica. Solidarietà. In un momento storico in cui i giovani vengono tacciati di apatia ed indifferenza, loro sono l’esempio lampante che il cambiamento ai quali molti auspicano  è già iniziato ed ha il volto di questi ragazzi. Ma non lasciatevi imbrogliare dalla simpatia delle loro battute, i messaggi che mandano sono forti ed arriveranno lontano. Travolgeranno anche quelli che li guardano con diffidenza o che mantengono il distacco.
Adesso non ci resta che aspettare l o spettacolo di quest’anno   previsto per  fine maggio e  tratto da "tingeltangel” di Karl Valentin. Una cosa però è certa, la loro sfida l’hanno già vinta.


Foto dello spettacolo "Uccelli", Capusutta 2013.

 


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