2 agosto 2012

Ridimensionato nel silenzio l'ospedale di Acri


di Giulia Zanfino

Giuseppe Scopelliti ridimensiona l’ospedale di Acri. La notizia, corroborata dal direttore sanitario S. De Paola, arriva la sera dell’ultimo dì di luglio. Una sera calda. Torrida come non mai. Appiccicatticcia. La decisione del governatore fa il resto. Più di Ulisse. Meglio del ciclone che sta prosciugando la Calabria. 
Il presidente della regione, nonché commissario straordinario della sanità calabrese, da vero stratega del diritto alla salute ha scelto per gli acresi e tutti gli abitanti dell’hinterland. Niente più ricoveri. Solo interventi chirurgici in giornata, si dice day surgery. In pratica, non possiamo più ammalarci. Oppure, dovremo emigrare. Il reparto di medicina avrà solo 20 posti letto. E i direttori di unità operativa di chirurgia e del laboratorio analisi andranno altrove. Questo è solo il primo passo. Che sgretola diritti conquistati negli anni dai nostri padri e, prima ancora, dai nostri nonni. Mi chiedo se non sia l'inizio di un processo che porterà alla chiusura dell'intera struttura. Intanto le cliniche private ringraziano.
Sulla vicenda si registra il silenzio assordante dell' eurodeputato, Gino Trematerra, che vestendo il ruolo di sindaco aveva assicurato che l'ospedale sarebbe stato potenziato. Un silenzio probabilmente conveniente, il suo, visto che, forte del suo peso come esponente dell’Udc in Consiglio regionale, ha sempre scongiurato quello che tutti paventavano. Un Gino taciturno. Difficile immaginare se sia turbato. Perché a cadere non è lui. No, lui cade sempre in piedi. L'ospedale invece è stato piegato dal piano di rientro. Dall'amministrazione comunale non una parola. Ma un imbarazzante silenzio, che a 24 ore dall'esecutività del ridimensionamento è inaccettabile. Voci di corridoio narrano di un UDC che si è fiondata all'ASP di Cosenza. Mitologia? Realtà? E l'opposizione? Sembra essersi evaporata. Allargando l’orizzonte politico dei politici e dei politicanti del territorio cosentino, niente più miraggi.
Il velo è stato squarciato. Dietro campeggia la parola "regresso".



1 commento:

Anonimo ha detto...

Solo due parole: CHE SCHIFO!

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