25 aprile 2012

Popolo e 25 Aprile quotidiano

Non volevo scrivere oggi, non volevo accodarmi a coloro che si ricordano la data della liberazione e non l’intera fatica durata un ventennio. Così, una volta l’anno, scrivendo e urlando metaforicamente da dietro un monitor, facendo finta di niente 364 giorni l’anno, 365 se bisestile. Definendosi di “sinistra” sgomitando per crearsi una posizione affossando il prossimo, forse inconsapevolmente come se questo fosse buono e giusto;  scordandosi che “la sinistra” è solo la definizione data di un’ala del parlamento, oggi come allora covo di corrotti democristiani e borghesi tra i quali spiccavano e si distinguevano figure degne di stima e rispetto, partigiani della prima ora, oro tra la feccia, popolo tra borghesi, democratici tra neo-oligarchi.
Oggi le persone, gli stessi chiamati consumatori, esodati, disoccupati, precari, lavoratori, partite iva, forza lavoro, numeri, statistiche, percentuali si dividono tra loro, pensando a cose futili, bloccati nell’immobilismo di un’azione inutile come il ricordo fine a se stesso o la lamentela, orfani di leader quanto mai inopportuni.
La lamentela, per un periodo che stiamo vivendo, elemosinando un posto di lavoro per poter tirare a campare, accecati dal  denaro, in ginocchio, proprio alla corte di chi ci ha messo in queste condizioni con il divide et impera vecchio come il cucco ma sempre efficace. Io credo, anzi io auspico, quotidianamente, ad una rinascita cosciente e non ad una resistenza contenitiva, che ormai si è limitata a fare da argine con grida di piazza recepite solo dai sordi, in scioperi futili quanto inutili. La risposta non è la piazza, se vuoi qualcosa devi prendertela, e non chiederla, e chi ha perso la vita per scacciare l’oppressore fascista ve lo griderebbe forte e chiaro.
La risposta è un insieme di cose tra cui la coscienza la volontà l’organizzazione la vendetta e le armi. Ogni rivoluzione degna di tale nome non ha potuto farne a meno purtroppo o per fortuna. Quindi se avete veramente voglia di cambiare le cose fatevi carico di questo fardello, mollate le vostre credenze e la vostra fede e siate leali verso la causa che abbraccerete, non votate ma prendete per mano la democrazia, nutrite i vostri cervelli con forti dosi di giustizia sociale e uguaglianza, ricordando che la diversità è un valore che ci rende nello stesso tempo uguali. Munitevi di coraggio e cominciate ad agire, nei vostri quartieri senza paura, informandovi e ricordando che una parola può ferire quanto curare un cuore ignorante e spento, e che una serie di parole possono destare come affossare la coscienza di un popolo.
Solo così si potrà risorgere dal minculpop a cui ci hanno obbligati con il nostro tacito assenso tracciando quella maledetta X, solo così si potrà scacciare il ricco padrone, oligarca, che ci sta isolando uno ad uno, corrompendoci col denaro, schiacciandoci come vermi, sognatori bramanti dei 1000 euro in busta paga.

5 commenti:

maria concetta ha detto...

dobbiamo ricordare non solo questa data , ogni giorno ci stanno dissanguando , una volta si chiamava guerra civile , oggi i politici sia dal nord e sud centro e isole comprese pensano a rubare , loro mangiano carne , caviale , a noi rimangono ossa e spumantino da quattro soldi, in più quel poco che abbiamo ce lo continuano a tassare. politici andate tutti a fare in culo.

PINO ha detto...

MI PIACERREBBE SAPERE CHI HA SCRITTO QUESTO ARTICOLO

Giovanni Parrotta ha detto...

l'ho scritto io in basso c'è anche scritto PUBBLICATO DA GIOVANNI PARROTTA

pino ha detto...

allora complimenti. Ben fatto

Giovanni Parrotta ha detto...

grazie, invita gli amici a leggerci :-)

Visualizzazioni totali