di Giuseppe de Venuto
Il Grillo: inarrestabile. Il suo Tsunami tour ha portato un’onda anomala di neo-eletti in Parlamento. Per gli avversari politici e per i radical-chic salottieri della sinistra italiana è un populista, un qualunquista, un demagogo, un novello censore; per i suoi “grillini” è una sorta di Messia perfetto ed inviolabile, un garante infallibile della democrazia del movimento. Ciò che davvero si nota, in positivo, è che lui ed il suo movimento non sono più definiti come l’anti-politica, anzi! Molte delle proposte generate dal M5s sono state inglobate, quantomeno nelle dichiarazioni di facciata, nei programmi di quasi tutti i partiti: taglio dei Parlamentari, riduzione degli stipendi, abolizione dei vitalizi. Altro che anti-politica, quindi. Ciò che, invero, genera notevoli perplessità è la gestione padronale del movimento con le espulsioni (non previste dal ”non statuto”) e, soprattutto, le note dichiarazioni riguardanti Casa Pound e l’imbarazzo a dichiararsi antifascista. Che il M5s si doti di regole interne chiare e complete è più che un auspicio di chi guarda con simpatia al Movimento 5 stelle: è previsto dall’art. 49 della Costituzione.