Tra un mese esatto saremo chiamati alle urne per eleggere una nuova coalizione politica che dovrebbe guidare il Paese.
Pierluigi Bersani, Silvio Berlusconi, Mario Monti e Beppe Grillo sono i maggiori protagonisti.
Dopo mesi di “gestazioni”, “inciuci” con le solite “alchimie di potere” il quadro è stato delineato in modo netto ma allo stesso tempo con possibili alleanze che fino a poco tempo fa, si potevano immaginare solo facendo della “Fantapolitica”. Ma si sa, a volte la realtà supera di gran lunga la fantasia.
Pierferdinando Casini, alleato di centro “Con Monti per l’Italia” a Palazzo Chigi, mentre nel resto d’Italia si ritrova ad amministrare città, provincie e Regioni in tanti casi con il PD, e in altri casi con il PDL, come nel caso del governo della nostra Regione Calabria.
Gianfranco Fini, alleato anche lui “Con Monti per l’Italia”, si è ritrovato in pochi anni da ex missino a moderato, fino a una probabile alleanza nel caso di pareggio al senato da parte del PD con il PDL a ritrovarsi a governare insieme agli ex comunisti di Vendola. Non solo, in Calabria, sono stati in tanti ad aver abbandonato il partito futurista, da esponenti regionali a provinciali, fino alla chiusura definitiva di tante sezioni di partito che ha fatto precipitare nell’oblio le varie ramificazioni create dai militanti.
Nichi Vendola, leader di “Sinistra, ecologia e libertà” non se la passa meglio, infatti dopo aver indetto le primarie di partito in Calabria, sono stati inseriti in posizioni potenzialmente eleggibili persone che non hanno partecipato alle primarie. Ad altri invece, i leader nazionali del partito avevano promesso un “posto garantito” all’interno delle liste senza partecipare alle primarie, posto garantito che per un motivo o per un altro non si è creato, provocando dissidi e malumori all’interno del partito del governatore pugliese.